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A destino

Dove stavano andando, quella mattina, Carla, Salvatore, Umberto, Pietro, Lidia, Vittorio, Eleonora? Perché si trovavano alla stazione? Dov’erano diretti? Il 2 agosto 1980 una bomba esplose nella sala d’aspetto della stazione di Bologna, causando 85 vittime e numerosi feriti: il più grave attentato terroristico dal dopoguerra. Per questa strage sono stati condannati, in via definitiva, i neo fascisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Luigi Ciavardini, Paolo Bellini e Gilberto Cavallini. Quest’ultimo partì da Treviso a bordo dell’auto dell’ignara compagna, a conferma della centralità veneta di quella strategia inaugurata in piazza Fontana nel 1969. Perché dunque quelle persone che hanno perso la vita si trovavano alla stazione? Dov’erano diretti? Qual era la loro destinazione? Ora un progetto teatrale, molto bello, prova a completare quel viaggio sospeso. Si…

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Il Canova disperso

Ho negli occhi ancora il presidente francese Francois Mitterrand, in visita alla Gipsoteca di Possagno, in un lontanissimo pomeriggio d’estate. Forse solo allora ho cominciato a capire quanto grande fosse questo scultore nato in Veneto, cresciuto a Roma e venerato in tutta Europa e oltre Oceano. Ne ricorrono quest’anno i duecento anni dalla morte e naturalmente se ne celebra il Mito. Giusto, giustissimo. In questi giorno aprono mostre canoviane a Treviso, a Possagno, a Firenze, a Bassano. Da modesto fruitore e ancora più modesto promotore mi interrogo sull’opportunità e sull’immagine cui esponiamo il nostro Paese offrendo il Nostro “scalpellino” a una dispersione di iniziative – tutte meritevoli, per carità – che non fanno onore né a Canova né al sistema paese, che molto si gioca…

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